Esperienze lavorative |
|
---|---|
Diploma superiore | Liceo Scientifico Statale L.B. Alberti (Napoli, NA) |
Anno di laurea | Aprile 2020 (A.A. 2018/2019) |
Tesi di laurea | "Cinque/A. Kids factory: recupero del ceramificio Ponte a Laveno-Mombello e progettazione di una scuola dell'infanzia innovativa" - Relatore Prof. Matteo Ruta |
Premi della laurea |
|
Erasmus |
|
Perché hai scelto di studiare Ingegneria Edile-Architettura?
Non ho realmente scelto, è stato più un caso fortuito. Ho sempre avuto un forte lato creativo, ma anche una grande manualità e pragmatismo. Un giorno un amico mi ha parlato di questo corso di laurea, e senza pensarci troppo ho deciso di provarci: perché no? Con il tempo, ho scoperto quanto fosse affascinante poter coniugare creatività e tecnica, visione e concretezza, ideazione e realizzazione. È stato un percorso che mi ha appassionato sempre di più, confermandomi che la scelta – seppur inizialmente casuale – era quella giusta.
In quale modo ti è stato utile in ambito lavorativo avere competenze sia ingegneristiche che architettoniche?
Il nostro lavoro è complesso e si basa sull’interazione e sul dialogo tra diverse competenze. Le specializzazioni sono fondamentali, ma riuscire a connetterle lo è forse ancora di più. Il percorso in Ingegneria Edile-Architettura mi ha insegnato a combinare la verticalità delle competenze con l’orizzontalità del confronto interdisciplinare. Avere una formazione sia ingegneristica che architettonica fornisce sia gli strumenti che il vocabolario per progettare insieme. Questa visione integrata si è rivelata preziosa nel mio percorso professionale, permettendomi di mediare tra diverse esigenze e di contribuire attivamente alla definizione di soluzioni sostenibili e innovative.
Quali difficoltà hai incontrato durante i cinque anni di studio e come le hai superate?
Il percorso di studi è intenso: gli esami sono complessi, il carico di studio è elevato e quasi ogni materia ha una forte componente progettuale. La difficoltà maggiore è stata gestire il tempo tra teoria e pratica, mantenendo sempre alto il livello di qualità.
Ciò che ha reso tutto più affrontabile è stato il senso di comunità. Si crea un legame unico con i colleghi e un rapporto diretto con i docenti, che rende il percorso meno freddo e più umano. Il confronto, la collaborazione e il supporto reciproco sono stati fondamentali per superare i momenti più difficili. Imparare a lavorare in squadra e condividere le sfide ha trasformato ogni ostacolo in un’opportunità di crescita.
Quale è l’aspetto che hai maggiormente apprezzato del percorso di studio?
Ciò che ho apprezzato di più è stata la relazione con il corpo docenti, che si è rivelata una fonte continua di ispirazione e un ponte diretto con la realtà professionale. Il rapporto costante con il mondo del lavoro e della progettazione ha reso il percorso estremamente concreto, permettendomi di sviluppare competenze applicabili fin da subito.
Ho trovato particolarmente stimolante l’equilibrio tra teoria e pratica: ogni materia aveva una componente progettuale che consentiva di sperimentare e comprendere a fondo i concetti studiati. Questo approccio mi ha permesso di acquisire non solo conoscenze, ma anche un metodo di lavoro solido e una visione più ampia del ruolo dell’ingegnere-architetto.
Se hai svolto delle esperienze all’estero durante il tuo percorso di studi, in che modo ritieni che queste abbiano arricchito la tua formazione?
Durante il mio percorso di studi, ho svolto un’esperienza Erasmus a Valencia, la mia prima vera occasione di studio all’estero. È stata un’esperienza fondamentale, non solo dal punto di vista accademico, ma anche personale.
Oltre ad arricchire le mie competenze tecniche attraverso un approccio didattico diverso, mi ha insegnato ad adattarmi a nuovi contesti, a confrontarmi con culture diverse e a sviluppare un’apertura mentale che ancora oggi influenza il mio modo di lavorare e di relazionarmi con gli altri.
Negli anni successivi ho viaggiato molto, ma con il senno di poi mi rendo conto che quell’esperienza ha gettato le basi per la mia attitudine alla collaborazione internazionale e alla capacità di vedere la progettazione con una prospettiva più ampia.
Ci racconti un progetto a cui hai partecipato in prima persona o come collaboratore in cui hai potuto spendere le tue competenze di Ingegnere Edile-Architetto?
Ho avuto la fortuna di lavorare su progetti stimolanti, sia in Italia che all’estero, principalmente nell’ambito della pianificazione strategica per la decarbonizzazione e la riduzione del consumo energetico nelle città. È una sfida complessa, ma affascinante e divertente, perché richiede di integrare competenze tecniche con una visione più ampia sul futuro sostenibile dei contesti urbani.
Essere ingegnere Edile-Architetto rappresenta un grande valore aggiunto in questo settore. Mi permette di dialogare con tecnici, amministrazioni locali, investitori e progettisti, creando connessioni tra discipline diverse e facilitando il processo decisionale. Ogni giorno rivedo nel mio lavoro gli elementi chiave del percorso di studi: l’equilibrio tra progettazione e ingegneria, la capacità di pensare in modo strategico e l’importanza del confronto multidisciplinare.