Destinazione mobilità internazionale | Francia, Gif-sur-Yvette - Parigi, CentraleSupélec |
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Durata dell'esperienza | 6 mesi |
Anno mobilità | 2022/2023 |
Perché hai scelto di partecipare a un programma di mobilità internazionale?
Ho scelto di partecipare a un programma di mobilità internazionale perché desideravo arricchire il mio percorso accademico con un’esperienza all’estero, un’opportunità che non avevo mai avuto prima. In particolare, ho scelto la Francia perché volevo migliorare la conoscenza della lingua francese e, al tempo stesso, confrontarmi con un approccio didattico differente, così da sviluppare nuove competenze e differenziare il mio percorso di studi.
Come pensi che questa esperienza abbia influenzato il tuo percorso formativo e professionale?
L’esperienza Erasmus ha avuto un impatto molto positivo sul mio percorso formativo perché mi ha permesso di sviluppare soft skills quali la capacità di adattamento, la flessibilità e la comunicazione in un contesto internazionale. Ritengo che queste competenze siano preziose sia per l’ambiente universitario sia per il mio futuro professionale. Inoltre, ho potuto approfondire argomenti legati all’economia e alla gestione dei progetti, ampliando così il mio bagaglio di conoscenze e arricchendo la mia formazione così da avere prospettive professionali diverse.
Quali difficoltà hai incontrato legate all’esperienza di mobilità e come le hai superate?
Le difficoltà principali che ho incontrato riguardavano la scelta e la convalida dei corsi, dato che il sistema universitario francese ha un’organizzazione del semestre e un peso dei singoli differente rispetto a quello italiano. Essendo la prima studentessa del mio corso a intraprendere questa esperienza a CentraleSupélec, non ho potuto fare riferimento ad altri studenti per consigli o esperienze precedenti. Per superare questa difficoltà, mi sono documentata attentamente e ho chiesto supporto sia ai referenti della mobilità del Politecnico di Milano sia a quelli della sede ospitante.
Quale è l’aspetto che hai maggiormente apprezzato della tua esperienza all’estero?
L’aspetto che ho apprezzato di più è stata la capacità di adattamento che ho sviluppato nel rapportarmi con un contesto socioculturale e accademico diverso. Vivere e studiare all’estero in un ambiente internazionale mi ha permesso di ampliare la mia rete di conoscenze e di confrontarmi con metodi di insegnamento innovativi.
Consiglieresti questa esperienza ad altri studenti? Se sì, che suggerimenti daresti a chi vuole partecipare?
Consiglio davvero l’esperienza Erasmus, o qualsiasi altra esperienza di studio all’estero, a tutti gli studenti che sono curiosi e vogliono uscire dalla propria zona di comfort. Il mio suggerimento è di informarsi bene sulle destinazioni possibili, pianificare con anticipo la scelta dei corsi e, soprattutto, affrontare l’esperienza con serenità e flessibilità. Vivere in un altro paese per un periodo, anche breve, rappresenta un’occasione unica per arricchire non solo il proprio percorso accademico, ma anche per la crescita personale.
Quale consiglio daresti a chi sceglie la tua stessa sede di destinazione?
A chi sceglie Parigi consiglio di verificare attentamente la posizione delle università disponibili per lo scambio, perché Parigi è una città molto grande e molte università si trovano lontano dal centro, come è stato nel mio caso.
Se si desidera un’esperienza più immersa nella vita cittadina, consiglio di optare per un’università situata più vicino al centro. Al contrario, per chi vuole vivere un’esperienza più legata a un campus universitario internazionale, CentraleSupélec è un’ottima scelta. Pur essendo situata a Gif-sur-Yvette, la connessione con il centro di Parigi è buona e si può frequentare la città soprattutto nei weekend.
Un altro consiglio per chi sceglie CentraleSupélec è quello di avere almeno una conoscenza di base della lingua francese o essere motivati a impararla. Questo è utile non solo per seguire i corsi, ma anche per integrarsi meglio nella vita studentesca.
Infine, consiglio a tutti di informarsi in anticipo sui corsi offerti dall’università partner, in particolare se sono più orientati all’ingegneria, come CentraleSupélec, o all’architettura. Essendo il nostro un corso di laurea combinato, è raro trovare all’estero un’offerta formativa perfettamente equivalente, quindi è importante scegliere in base alle proprie esigenze accademiche e interessi.
Quali insegnamenti hai seguito all’estero e quale insegnamento in particolare consiglieresti e perché?
Durante il mio periodo a CentraleSupélec, ho seguito alcuni corsi riguardanti l’Economia e la Gestione di progetti complessi sul territorio urbano, alcuni sono:
- “Éco-quartier: Un système complexe. Aménagement durable et gestion de projet complexe”, un corso focalizzato sulla progettazione di eco-quartieri e sulla gestione di progetti urbani sostenibili.
- “Project S7 – City Faber Lab”, un laboratorio di ricerca sulle proprietà strutturali del vimini e sul suo impiego in installazioni temporanee per migliorare l’algoritmo del modello digitale.
Personalmente, consiglio in particolare il corso sulla progettazione di un eco-quartiere, perché offre un approccio molto concreto e multidisciplinare. Si analizzano progetti realizzati recentemente nell’area di Parigi e si discutono le strategie di sostenibilità adottate. Inoltre, il corso prevede lezioni itineranti in città, con visite guidate ai quartieri oggetto di studio. Questa combinazione di teoria e osservazione sul campo permette di comprendere in modo più approfondito le dinamiche di trasformazione urbana e le sfide legate alla sostenibilità.