Destinazione mobilità internazionale Austria, Vienna, TU Wien
Durata dell'esperienza 6 mesi
Anno mobilità 2022/2023

Perché hai scelto di partecipare a un programma di mobilità internazionale?

Sin da piccolo, ho sempre considerato l’idea di studiare all’estero come un’opportunità entusiasmante. La possibilità di immergermi in una nuova cultura, migliorare le competenze linguistiche e confrontarmi con sistemi educativi diversi mi ha sempre motivato a cercare esperienze internazionali. Partecipare a un programma di mobilità era qualcosa che desideravo fortemente per poter uscire dalla “routine” di EDA e avere nuovi stimoli, nuove sfide e nuove opportunità di mettersi in gioco.

Come pensi che questa esperienza abbia influenzato il tuo percorso formativo e professionale?

Questa esperienza ha influenzato profondamente il mio percorso formativo e professionale. Mi sono confrontato con un approccio didattico diverso, che mi ha spinto a sviluppare nuove competenze, come per esempio la scrittura e la pubblicazione di paper scientifici, qualcosa che non avevo mai fatto prima.

Ho avuto poi l’opportunità di studiare ed elaborare progetti in contesti molto diversi da quelli a cui ero abituato, affrontando la sfida di imparare a progettare in un ambiente e secondo modalità completamente nuove. Questo mi ha reso più flessibile e aperto a nuove prospettive nel mio lavoro.

Inoltre, l’esperienza mi ha permesso di entrare in contatto con professionisti locali e di conoscere meglio il mondo dell’architettura e dell’ingegneria edile in Austria. Questo ha ampliato la mia rete di contatti e mi ha fornito strumenti utili per il mio futuro professionale, rendendomi più consapevole delle dinamiche internazionali del settore.

Quali difficoltà hai incontrato legate all’esperienza di mobilità e come le hai superate?

Una delle principali difficoltà che ho incontrato è stata l’assenza di una segreteria efficiente come quella di Lecco, sempre pronta a supportarti. Lì le cose erano diverse: ho dovuto costruire il mio orario didattico autonomamente, scegliendo i corsi e verificando che non si sovrapponessero. Inoltre, non avere un piano di studi definito, ma solo corsi singoli, significava dover lavorare ogni volta con compagni diversi, spesso già avvantaggiati perché conoscevano la lingua, i professori e il sistema universitario locale.

All’inizio non avere amici e dover formare gruppi di lavoro con persone con background molto diversi è stata una sfida impegnativa. In generale, le difficoltà maggiori sono state burocratiche e organizzative, tuttavia, affrontarle mi ha reso sicuramente più indipendente e capace di adattarmi rapidamente a nuove situazioni.

Quale è l’aspetto che hai maggiormente apprezzato della tua esperienza all’estero?

L’aspetto che ho maggiormente apprezzato della mia esperienza all’estero è stata la possibilità di conoscere persone da ogni parte del mondo, vivere in un ambiente internazionale e stimolante, permettendomi di sentirmi libero di essere me stesso. È stato bello anche conoscere tanti italiani che come me avevano deciso di vivere all’estero, per Erasmus, per un programma di dottorato o per lavoro e condividere con loro quest’esperienza.

Vivere in una città ricca di opportunità culturali e di svago per i giovani è stato incredibile, così come poter viaggiare nell’Europa dell’est in tutti paesi vicini a Vienna scoprendo città come Budapest, Praga, Brno e Bratislava insieme a compagni di viaggio conosciuti magari solamente la settimana prima.

Infine, ho apprezzato anche il diverso approccio allo studio: poter vivere l’università con la gioia di imparare, senza la pressione del voto, che spesso in Italia è permeata nella cultura scolastica sin dalle scuole elementari. Vivere l’università con il solo obiettivo di crescere e cogliere il massimo dall’esperienza, ha reso il mio percorso ancora più arricchente e significativo.

Consiglieresti questa esperienza ad altri studenti? Se sì, che suggerimenti daresti a chi vuole partecipare?

Assolutamente sì, consiglio questa esperienza a tutti gli studenti! L’Erasmus mi ha fatto crescere tantissimo, permettendomi di vivere all’estero, imparare cose nuove e uscire dalla routine quotidiana e dalla “zona di comfort” dei cinque anni di università.

Avere il supporto del corso di studi e della segreteria del Polo Territoriale di Lecco è stato davvero fondamentale per affrontare al meglio questa esperienza, sia in fase di partenza che al rientro, e per questo sono molto grato. Inoltre, la possibilità di ottenere una borsa di studio, indipendentemente dalla propria situazione economica, è stato un grande aiuto per rendere accessibile questa opportunità.

Il consiglio principale è di non fermarsi a pensieri come “mi si abbassa la media” o “l’università dove vado è in un ranking più basso del Polimi”. Frequentare l’università non significa solo imparare contenuti, significa soprattutto diventare professionisti e persone capaci di affrontare il mondo, le sfide e i cambiamenti sempre più frequenti. L’Erasmus, per questo, è un’occasione unica per aprire la mente, mettersi alla prova e imparare a cogliere il cambiamento e le diversità.

Quale consiglio daresti a chi sceglie la tua stessa sede di destinazione?

Scegliendo questa sede di destinazione bisogna prepararsi al fatto che molti corsi sono offerti in tedesco, ma, in fin dei conti, questo non è un ostacolo insormontabile: ci sono abbastanza corsi anche in inglese e le opportunità di studio rimangono ampie e varie. Sicuramente non è preoccupante l’aspetto che molti temono di ricerca di un alloggio all’estero. A Vienna, grazie alla presenza di numerosi studentati e al costo dell’affitto generalmente accessibile, risulta piuttosto semplice. Infine, dal punto di vista sociale consiglio sicuramente di partecipare alle iniziative di welcome che rappresentano un’occasione preziosa per entrare subito in contatto con nuove persone e ambientarsi al meglio.

Quali insegnamenti hai seguito all’estero e quale insegnamento in particolare consiglieresti e perché?

Tra i corsi seguiti all’estero ho frequentato il “Design Studio post-war EXISTENZMAXIMUM – A course in urban journalism” (convertito con Architettura e Composizione Architettonica L), il “Design Studio in Existing Structures Austria” (convertito con Restauro Architettonico + Laboratorio di Restauro), e i corsi “Benefit-Cost Analysis, Urban Research, Living Environment and Everyday Life, Theories of Space in Social Sciences and Humanities e Fokus Raumplanung – Mental health & the City” (convertiti con Laboratorio di Economia e Pianificazione Territoriale).

In particolare, il corso Design Studio post-war EXISTENZMAXIMUM – A course in urban journalism si è rivelato particolarmente interessante sia per la prospettiva offerta sull’importanza della progettazione dal punto di vista sociale sia perché, data la dimensione ridotta del corso con soli nove partecipanti, l’atmosfera è stata particolarmente stimolante ed arricchente. Allo stesso modo, il corso Fokus Raumplanung – Mental health & the City mi ha permesso, attraverso la scrittura di un paper, l’approfondimento in modo significativo della correlazione tra ambiente costruito, urbanistica e salute mentale, un tema sempre più rilevante nella pianificazione contemporanea e al quale mi sono particolarmente appassionato grazie a questo corso.

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