Destinazione mobilità internazionale | Svezia, Stoccolma, KTH Royal Institute of Technology |
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Durata dell'esperienza | 6 mesi |
Anno mobilità | 2022 |
Perché hai scelto di partecipare a un programma di mobilità internazionale?
Ho scelto di fare un’esperienza di mobilità internazionale perché volevo mettermi alla prova, trasferendomi in un paese dove non conoscevo nessuno e immergendomi in un ambiente completamente nuovo. Stoccolma e il KTH mi hanno attratta per il loro alto livello accademico e per la relazione tra città e natura. L’idea di vivere in un clima rigido, con neve e poche ore di luce, mi affascinava. Ho scelto un Erasmus di sei mesi per viverlo intensamente, cogliendo ogni occasione possibile. Inoltre, volevo scoprire un diverso approccio allo studio e alla vita universitaria, confrontandomi con studenti internazionali e ampliando i miei orizzonti.
Come pensi che questa esperienza abbia influenzato il tuo percorso formativo e professionale?
L’Erasmus ha arricchito il mio percorso accademico permettendomi di seguire corsi con un approccio didattico diverso da quello italiano, più orientato al dibattitoe scambio di opinionri , oltre che lavoro di gruppo. Collaborare con studenti di diverse nazionalità e background mi ha allenata a risolvere problemi con punti di vista differenti, un’abilità essenziale per la mia futura professione. A livello personale, mi ha dato maggiore sicurezza nell’adattarmi a contesti nuovi, nel gestire situazioni impreviste ed esprimermi in una lingua diversa.
Quali difficoltà hai incontrato legate all’esperienza di mobilità e come le hai superate?
La maggiore difficoltà è stata trovare casa prima di partire: non avendo un contratto d’affitto, sono arrivata a Stoccolma senza un alloggio stabile e ho dovuto cercarlo sul posto, dormendo inizialmente in un B&B. Questo mi spaventava molto, ma ho provato ad affrontare la situazione con ironia, trasformandola in un’opportunità per socializzare, chiedendo a chiunque incontrassi se conoscesse qualcuno con una stanza o un divano disponibile. Alla fine, ho trovato una sistemazione e ho imparato ad affrontare gli imprevisti con maggiore serenità, senza farmi bloccare dall’ansia.
Quale è l’aspetto che hai maggiormente apprezzato della tua esperienza all’estero?
Ho apprezzato il cambio di prospettiva che l’Erasmus mi ha offerto, sia a livello accademico che personale. Vivere in un nuovo contesto mi ha permesso di mettere in discussione abitudini e modi di pensare che davo per scontati. Il rapporto tra città e natura in Svezia, la qualità della vita e il diverso approccio all’università mi hanno fatto riflettere su cosa voglio per il mio futuro. Inoltre, l’aver conosciuto persone da tutto il mondo mi ha arricchita moltissimo, insegnandomi a essere più aperta e adattabile.
Consiglieresti questa esperienza ad altri studenti? Se sì, che suggerimenti daresti a chi vuole partecipare?
Assolutamente sì! Consiglio di non farsi bloccare da dubbi o paure: il luogo conta meno delle persone che si incontrano, e l’esperienza dipende da quanto ci si mette in gioco. Il mio suggerimento è di accettare ogni invito, anche quelli che sembrano fuori dalla propria comfort zone, perché è lì che si creano i ricordi migliori. Inoltre, consiglio di informarsi bene sugli alloggi e, se possibile, di trovare una sistemazione prima della partenza. Ma soprattutto, di vivere l’esperienza senza rimpianti, con curiosità e apertura.
Quale consiglio daresti a chi sceglie la tua stessa sede di destinazione?
A chi sceglie KTH Royal Institute of Technology suggerisco di non preoccuparsi: la preparazione acquisita al Politecnico di Milano permette di organizzarsi e rimanere al passo con lo studio. Consiglio di sfruttare la biblioteca del Campus per lo studio ed il lavoro di gruppo, in quanto è un luogo con molte postazioni diverse che costituisce il fulcro del Campus.
Dal punto di vista della vita universitaria, ogni corso di laurea dispone di un edificio studentesco dove incontrare altri ragazzi della stessa Facoltà, offrendo l’opportunità di incontrare nuove persone con le quali studiare. Inoltre, partecipare agli eventi organizzati dall’associazione studentesca TSN – che propone orientamento, attività come le lezioni di cucina tradizionale ed incontri tematici – è un’ottima occasione per immergersi nella cultura svedese e fare nuove amicizie.
A Stoccolma poi consiglio di esplorare la natura il più possibile: la città è immersa in paesaggi incredibili, facilmente accessibili con i mezzi pubblici. Il sistema di traposto di SJ permette di visitare le varie isole dell’arcipelago e i parchi fuori città. Inoltre, ci sono molte offerte per studenti per andare nella vicina Lapponia per vedere l’aurora boreale, un’esperienza unica.
Quali insegnamenti hai seguito all’estero e quale insegnamento in particolare consiglieresti e perché?
Ho seguito i corsi di Architectural Engineering project (AEP), Business cycles in construction and Real Estate Markets, Sustainable rural and urban Development e foundation engineering.
Consiglio in particolare AEP, in quanto è un laboratorio all’interno del quale ho avuto l’opportunità di lavorare insieme a studenti di architettura e ingegneria gestionale, unendo competenze diverse ed imparando a collaborare con professionisti di settori differenti. Si tratta di un corso che mi ha aiutata a migliorare la mia capacità di comunicazione e di problem solving in team multidisciplinari, una competenza fondamentale nel nostro mondo.