Testimonial

Elena Seghezzi

Esperienze lavorative
  • Colombo Costruzioni spa – Responsabile Dipartimento Tecnico e BIM manager
  • Politecnico di Milano – Dipartimento ABC – Assegnista di ricerca @BIMGroup
Diploma superiore Liceo Scientifico
Anno di laurea 2013
Tesi di laurea FORO – Flexible Offices Rogoredo. Relatore: Gabriele Masera
Premi della laurea
  • Miglior Tesi in Ingegneria Edile-Architettura, Anno 2013
Erasmus
  • Universidad de Sevilla

Perché hai scelto di studiare Ingegneria Edile-Architettura?

Non posso dire che diventare Ingegnere Edile-Architetto sia sempre stato il mio sogno. Dopo il liceo ero molto confusa, e mi sono iscritta quasi per caso, seguendo un’istintiva attrazione per la progettazione e l’architettura, affascinata dall’idea di affiancare a questa dimensione creativa una solida componente tecnica. L’appetito vien mangiando: durante il corso di studi la passione ha preso forma, radicandosi poco a poco, grazie soprattutto alla multidisciplinarietà che mi ha entusiasmato nei cinque anni di corso. In ogni laboratorio di progettazione, il livello tecnico si arricchiva progressivamente, incorporando concetti di sostenibilità, qualità architettonica e attenzione al dettaglio tecnologico. Questo continuo ampliamento delle prospettive mi ha sempre affascinata, poiché mi ha permesso di unire la dimensione creativa alla ricerca di soluzioni innovative, funzionali ed eticamente responsabili.

In quale modo ti è stato utile in ambito lavorativo avere competenze sia ingegneristiche che architettoniche?

Una caratteristica comune che ho riscontrato in tutti e tutte le EDA che ho incontrato nella mia carriera è una grande capacità di adattamento e flessibilità, che deriva proprio dal curriculum misto del corso. In generale, questo percorso multidisciplinare consente di comprendere problemi articolati, e di affrontarli con capacità critica e creatività: l’approccio perfetto per la crescente complessità del mondo in cui operiamo. Inoltre, il curriculum di EDA consente di muoversi in tante direzioni, una volta laureati, e di scegliere la propria destinazione lavorativa in modo consapevole e aperto. Ho avuto diverse esperienze lavorative in cui ho potuto valorizzare le mie competenze in modo diverso, sino ad arrivare al mio ruolo attuale che richiede una combinazione costante di competenze tecniche, sensibilità architettoniche e soft skills. Per il mio lavoro è indispensabile poi una vocazione all’innovazione e alla ricerca, che l’università ha stimolato molto.

Quali difficoltà hai incontrato durante i cinque anni di studio e come le hai superate?

Sicuramente si tratta di un corso molto impegnativo: portare avanti in contemporanea esami di progettazione e laboratori, prepararsi per gli esami delle discipline ingegneristiche, e nel frattempo avere anche una vita sociale non è stato per niente semplice. Posso dire però che la ricerca di un equilibrio tra questi aspetti mi ha consentito di sviluppare ottime competenze di management! Il lavoro di gruppo aiuta molto in questi casi perché consente di dosare al meglio le forze e valorizzare bene le skill personali.

Quale è l’aspetto che hai maggiormente apprezzato del percorso di studio?

Ho apprezzato molto la possibilità di esplorare discipline diverse e affrontare problemi complessi, combinando rigore tecnico e creatività. Sono una persona molto curiosa, e questa multidisciplinarità mi ha permesso di sviluppare un approccio flessibile ed efficace che applico continuamente nel mio lavoro.

Mi è piaciuto molto anche il lavoro di gruppo dei laboratori, che mi ha insegnato il valore del confronto e ha affinato le mie capacità di mediazione. Collaborare su progetti articolati mi ha permesso di imparare a gestire dinamiche complesse e a trovare soluzioni condivise (dopo discussioni più o meno lunghe!), che sono ora la mia quotidianità.

Ancora oggi mantengo rapporti con le persone con cui ho studiato: il networking costruito in quegli anni continua a essere una risorsa preziosa, arricchendo il mio percorso professionale e permettendomi di confrontarmi con approcci e prospettive diverse.

Se hai svolto delle esperienze all’estero durante il tuo percorso di studi, in che modo ritieni che queste abbiano arricchito la tua formazione?

Ho avuto la fortuna di passare un anno all’estero in Erasmus a Siviglia, e un semestre ulteriore in tirocinio a Barcellona, esperienze bellissime, sia umanamente che professionalmente. Ho imparato una nuova lingua e affrontato la burocrazia di un altro Paese, mi sono confrontata con un altro sistema universitario prima, e poi ho avuto modo di immergermi nell’atmosfera professionale unica di un grande studio di architettura, e ho conosciuto tante persone che ancora frequento, portandomi a casa capacità di adattamento e ricordi splendidi.

Ci racconti un progetto a cui hai partecipato in prima persona o come collaboratore in cui hai potuto spendere le tue competenze di Ingegnere Edile-Architetto?

Le mie attività quotidiane come Responsabile del Dipartimento Tecnico di un grande General Contractor richiedono una costante interazione con professionisti (interni ed esterni) molto diversi: coordinatori di progetto, BIM coordinator, architetti, strutturisti, planner, impiantisti e tecnici, project manager, contabili, esperti di sostenibilità, personale impegnato sulle gare, etc. su tanti progetti diversi: si tratta di saper gestire competenze diverse, interagire efficacemente con clienti e Direzioni Lavori, mediare punti di vista differenti, con tempi e costi spesso molto stringenti.

Un’altra competenza per me fondamentale è la spinta a migliorarsi e a continuare a studiare: frequentemente mi trovo ad approfondire nuove soluzioni tecniche, esplorare materiali innovativi, studiare l’evoluzione di software e piattaforme, e analizzare l’adozione di nuovi processi e metodi.

To top