Testimonial

Era Fejzo

Esperienze lavorative
  • ATELIER FJ – Toulouse – Ingegnere Associato con Lionel Jourdhier
  • Marc Mimram Architecture et Ingénierie – Parigi
  • Franklin Azzi Architecture – Parigi
  • Paolo Bodega Architettura – Lecco
Diploma superiore Liceo Scientifico
Anno di laurea 2016
Tesi di laurea RES ARTIS – Una residenza per Artisti a Berlino, relatore Prof. Di Giuda
Erasmus
  • Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Valencia ETSA - UPV (Universitat Politècnica de València)

Perché hai scelto di studiare Ingegneria Edile-Architettura?

Uscita dal liceo ero alla ricerca di un lavoro che mi permettesse di essere creativa e di avere un impatto nella società. Appassionata di disegno e storia dell’arte, il corso di Architettura sembrava essere l’opzione migliore per me. Ma le opere che trovo più affascinanti in assoluto sono quelle in cui struttura e architettura formano un tutt’uno organico. La componente strutturale e tecnologica diventa quindi molto importante. E una cosa mi ha sempre interpellata: come fanno a stare in piedi, come sono realizzati questi monumenti magnifici? Come funzionano i nostri edifici sempre più sofisticati? Questa curiosità e il bisogno di sapere, mi hanno spinta verso la scuola di Ingegneria Edile-Architettura. Pur sapendo che le materie tecniche sarebbero state per me più difficili rispetto a quelle più artistiche, avevo bisogno di acquisire delle basi solide per avere la libertà, poi, di essere creativa.

In quale modo ti è stato utile in ambito lavorativo avere competenze sia ingegneristiche che architettoniche?

Non ho inviato candidature a decine di posti, ma ne ho scelto uno solo: MMA. Ho deciso di andare direttamente in ufficio e bussare alla porta. Dopo aver dato un’occhiata veloce al mio CV, mi hanno proposto un colloquio per il giorno successivo.

Mi sono presentata con il mio francese, molto incerto, senza molta esperienza e con la mia tesi, molto voluminosa. Nonostante si trattasse di una candidatura spontanea, mi hanno presa.

Penso che siano rimasti impressionati dalla qualità del mio progetto di laurea, dalla sua completezza e dai suoi approfondimenti.

Tanti mesi di lavoro dedicati a questa tesi (che riassume bene tutto il precorso EDA) mi hanno permesso non solo di concludere in bellezza i miei anni di università, ma anche di farmi trovare pronta per un’opportunità lavorativa.

Quali difficoltà hai incontrato durante i cinque anni di studio e come le hai superate?

Non è stato semplice perché il corsi sono interessanti e voluminosi. Ho dovuto imparare a organizzarmi ed essere efficace per trovare il tempo di seguire le lezioni, dedicarmi ai lavori di gruppo e studiare per gli esami. Personalmente ho trovato più difficoltà a superare gli esami di ingegneria piuttosto che quelli di progetto. Tenacia e perseveranza mi hanno aiutato a farcela. Non meno importante è stato il supporto di amici del mio corso o degli anni successivi con cui ho condiviso ore di lavoro, gioie e dolori. Per riassumere: cinque anni molto appassionanti.

Quale è l’aspetto che hai maggiormente apprezzato del percorso di studio?

Ho imparato a lavorare e a reagire di fronte a un problema, ponendomi delle domande, ricercando e trovando soluzioni. Durante questi anni, ho incontrato alcuni professori che ammiro e che sono diventati un modello da seguire, ho trovato alcune delle persone più importanti della mia vita, tra cui i miei migliori amici e l’uomo con cui condivido la mia vita oggi. A EDA ho trovato molto di più che una laurea.

È stato un momento molto intenso e stimolante, che mi ha permesso di diventare più forte e sicura di me.

Se hai svolto delle esperienze all’estero durante il tuo percorso di studi, in che modo ritieni che queste abbiano arricchito la tua formazione?

Sono stata in Erasmus a Valencia (perché sono una grande ammiratrice di Calatrava). Grazie alla varietà dei corsi proposti ho potuto esplorare tecniche come quelle dell’uso della la terra cruda, per esempio. Ho imparato lo spagnolo, che continuo a parlare occasionalmente. Per la prima volta, ho dovuto cavarmela completamente da sola. Sono arrivata in una città dove non conoscevo nessuno e nulla, ed è stata una bellissima avventura!

Ci racconti un progetto a cui hai partecipato in prima persona o come collaboratore in cui hai potuto spendere le tue competenze di Ingegnere Edile-Architetto?

Il progetto della Sede Sociale Vinci è sicuramente l’esperienza più formativa che ho avuto dopo la laurea. Nella prima fase del progetto, ho avuto l’opportunità di lavorare sulla concezione architettonica e sui dettagli tecnici. È stato particolarmente interessante l’interazione con gli altri interlocutori di progetto, come gli studi tecnici. In questa fase, ho potuto mettere in pratica non solo i corsi di Composizione Architettonica e Progettazione degli Elementi Costruttivi, ma anche quelli di Tecnica delle costruzioni, Impianti e Fisica tecnica. Quest’ultime mi hanno fornito gli strumenti necessari per comprendere le problematiche degli altri interlocutori e trovare soluzioni che tenessero conto di tutti gli aspetti tecnici ed estetici.

Nella seconda fase, quella di supervisione del cantiere, ho potuto interagire con le imprese di costruzione per confermare o rielaborare le riflessioni fatte in fase di progettazione.

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