Testimonial

Erica Gamba

Esperienze lavorative
  • Webuild SpA Terzo Valico AV/AC / Responsabile Ufficio Tecnico
  • 2023 – 2024: Autostrade per l’Italia / Assistente Project Manager
  • 2017 – 2023: Webuild SpA / Design Coordinator cantiere Nuovo Centro Direzionale ENI San Donato Milanese
Diploma superiore Liceo Scientifico - Piano Nazionale Informatica
Anno di laurea 2016
Tesi di laurea “Potenzialità della stampa 3D applicata all’involucro e alla struttura degli edifici. Analisi e caso studio: una residenza per studenti nell’ex-area Expo a Milano”. Relatore: Gabriele Masera - Correlatori: Prof. Pierpaolo Ruttico - Prof. Matteo Colombo
Erasmus
  • 2014 - Exchange program “The University of Queensland” – Brisbane, Australia
  • 2016 - Erasmus+ for Traineeship – Mons, Belgio

Perché hai scelto di studiare Ingegneria Edile-Architettura?

Ho sempre avuto buona attitudine per le materie scientifiche, per la matematica e la fisica, ma sentivo che avrei voluto metterle a frutto in modo tangibile e per questo…ingegneria; dall’altra parte però non volevo rinunciare alla mia propensione per la creatività e lo studio delle discipline architettoniche mi avrebbe in parte consentito di coltivarla. Insomma, quando ho scelto questo corso di studi, sentivo che avrei trovato il giusto connubio tra le mie capacità e i miei interessi.

In quale modo ti è stato utile in ambito lavorativo avere competenze sia ingegneristiche che architettoniche?

Sicuramente la marcia in più che questo corso di studi mi ha dato, è la capacità di far dialogare specialisti con estrazioni tecniche differenti; questo mi ha aiutato in senso stretto nel mio lavoro di ufficio tecnico e progettazione, ma crescendo è stato essenziale per riuscire a governare tematiche complesse di natura più gestionale che necessitano di una visione integrata.

Quali difficoltà hai incontrato durante i cinque anni di studio e come le hai superate?

L’aspetto più critico incontrato sul mio percorso è stato conciliare lo studio approfondito delle discipline ingegneristiche con la dedizione continua legata allo sviluppo progettuale per i corsi di ambito architettonico, per i quali sono richieste sia capacità tecniche, sia grafiche e di presentazione che richiedono un grande investimento di tempo per perfezionare sempre più il proprio lavoro. Vincere anno dopo anno questa sfida però mi ha dato grandi soddisfazioni e mi ha fatto crescere molto, sviluppando soft-skills indispensabili in un mondo del lavoro in continuo mutamento come quello di oggi.

Quale è l’aspetto che hai maggiormente apprezzato del percorso di studio?

L’interdisciplinarietà: nei cinque anni di corso, si approfondiscono discipline che spaziano dalla tecnica delle costruzioni alla composizione architettonica, dalla geotecnica al restauro. Ritengo che si tratti di un percorso tecnicamente molto completo, che consenta di sviluppare l’attitudine per diventare con il tempo “gestore del progetto”, acquisendo consapevolezza delle implicazioni che ogni disciplina ha rispetto alle altre.

Se hai svolto delle esperienze all’estero durante il tuo percorso di studi, in che modo ritieni che queste abbiano arricchito la tua formazione?

Durante il IV anno di corso ho avuto la possibilità di svolgere un semestre di studi in Australia; credo che trovarsi dall’altra parte del mondo a 23 anni da sola, in generale, sia uno step importante sotto tanti punti di vista, sia culturali che formativi: mi ha fatto conoscere un sistema universitario e una società molto diversi dai nostri, ho potuto approfondire discipline come l’urbanistica che vengono trattate con un punto di vista opposto rispetto a quello italiano, in zone molto meno urbanizzate e stratificate di storia. Sicuramente è stata un’esperienza che mi ha arricchito molto e che in seguito è risultata ben spendibile in ambito lavorativo.

Ci racconti un progetto a cui hai partecipato in prima persona o come collaboratore in cui hai potuto spendere le tue competenze di Ingegnere Edile-Architetto?

Mi sono sempre occupata di cantieri, quindi ho sempre fatto parte dell’ultimo anello di una catena che porta alla concretizzazione delle volontà e delle idee di altri. Credo che il vero valore aggiunto in questo tipo di lavoro sia la capacità di prevenire gli errori o le interferenze, perché dopo varie fasi progettuali si arriva ad un punto in cui gli errori hanno un forte impatto economico. Saper vedere oltre il proprio foglio, oltre la propria area di competenza in senso stretto, leggendo un progetto come un insieme integrato di informazioni, mi ha permesso di dare il meglio in contesti di tipo produttivo e prevenire potenziali criticità. Il mio primo cantiere è stato in Nuovo Centro Direzionale ENI di San Donato Milanese dove da addetto ufficio tecnico, con il passare degli anni ed il crescere dell’esperienza in campo, ho avuto l’opportunità di coordinare direttamente la progettazione, sia grazie alle competenze tecniche acquisite in ambito accademico, sia grazie alle capacità gestionali sviluppate soprattutto durante il mio percorso di studi che prevede continuo lavoro in team sui molteplici aspetti del progetto.

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