Destinazione mobilità internazionale | Belgio, Bruxelles, VUB |
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Durata dell'esperienza | 6 mesi |
Anno mobilità | 2022/2023 |
Perché hai scelto di partecipare a un programma di mobilità internazionale?
Ho deciso di partecipare al programma Erasmus in quanto rappresentava un’opportunità unica per la mia crescita accademica e personale. Studiando ingegneria Edile-Architettura, volevo confrontarmi con un contesto internazionale dove l’innovazione e la sostenibilità sono centrali nella progettazione e Bruxelles, con il suo mix di architettura storica e moderna, era il luogo ideale per approfondire il campo di studi e vedere da vicino progetti di rigenerazione urbana e costruzioni sostenibili. Inoltre, vivere all’estero per un periodo prolungato mi avrebbe permesso di migliorare le competenze linguistiche, ampliare la rete di contatti e acquisire una mentalità più aperta e adattabile, qualità dal mio punto di vista fondamentali per il futuro professionale. Infine, questa esperienza mi avrebbe aiutato ad uscire dalla mia comfort zone, affrontando nuove sfide in un ambiente internazionale, rendendo più autonomo e preparato.
Come pensi che questa esperienza abbia influenzato il tuo percorso formativo e professionale?
Questa esperienza di mobilità internazionale a Bruxelles ha avuto un impatto significativo sul mio percorso. Dal punto di vista accademico, mi ha permesso di approfondire temi legati all’architettura ed edilizia ma, allo stesso tempo, mi ha dato la possibilità di affrontare corsi diversi dal classico percorso EDA, aprendomi a nuove visioni. Inoltre, confrontarmi con un ambiente accademico diverso mi ha dato nuove prospettive progettuali, arricchendo il mio approccio al design e alla costruzione.
A livello professionale invece, l’esperienza mi ha reso più autonomo, flessibile e capace di adattarmi a contesti internazionali. Ho avuto poi l’opportunità di creare una rete di contatti con docenti, studenti e potenziali futuri colleghi, aprendo la strada a opportunità di lavoro in un contesto europeo. Infine, ha contribuito allo sviluppo di alcune fondamentali soft skills, come la capacità di problem solving e lo spirito di iniziativa, qualità essenziali per affrontare le sfide nel settore dell’ingegneria e dell’architettura.
Quali difficoltà hai incontrato legate all’esperienza di mobilità e come le hai superate?
Durante la mia esperienza a Bruxelles, ho affrontato alcune difficoltà che, però, mi hanno aiutato a crescere. Una delle prime sfide è stata l’adattamento a un nuovo sistema accademico, con metodi di insegnamento e valutazione diversi da quelli a cui ero abituato. All’inizio è stato complesso orientarmi tra nuove modalità di lavoro e aspettative accademiche più elevate, ma ho superato l’ostacolo con impegno e con l’aiuto dei miei compagni di corso. Inoltre, anche la barriera linguistica ha rappresentato una difficoltà, soprattutto nelle prime settimane, quando seguire le lezioni o dialogare con i miei compagni risultava complicato. Con il tempo, però, ho migliorato le mie competenze linguistiche, sia nei corsi che nella vita di tutti i giorni, fino a sentirmi più sicuro nella comunicazione. Queste difficoltà ti hanno reso più resiliente, indipendente e pronto a gestire nuove sfide in futuro.
Quale è l’aspetto che hai maggiormente apprezzato della tua esperienza all’estero?
Gli aspetti che ho maggiormente apprezzato della mia esperienza all’estero sono stati la possibilità di confrontarmi con un ambiente internazionale e dinamico, conoscere nuove persone e nuovi amici ed esplorare posti fantastici e che mi hanno arricchito sia dal punto di vista accademico che personale.
Dal lato formativo, ho trovato stimolante il modo in cui l’architettura e l’ingegneria vengono affrontate a Bruxelles, lavorando su progetti reali e confrontandomi con studenti, docenti e professionisti di diversi paesi. A livello personale, ho apprezzato la possibilità di immergermi in una cultura diversa, scoprendo la città, i suoi musei e la sua storia. Per ultimo, anche se non banale non avendo mai vissuto prima da solo, ho apprezzato anche il fatto di dover gestire autonomamente la tua vita quotidiana, specialmente in un contesto nuovo, rendendomi più indipendente e sicuro di me.
Consiglieresti questa esperienza ad altri studenti? Se sì, che suggerimenti daresti a chi vuole partecipare?
Consiglierei assolutamente questa esperienza ad altri studenti, perché rappresenta un’opportunità unica per crescere sia a livello accademico che personale. Studiare all’estero permette di confrontarsi con un nuovo sistema educativo, sviluppare un approccio più internazionale alla propria disciplina e acquisire competenze trasversali fondamentali per il futuro professionale. A chi vuole partecipare, suggerisco di prepararsi in anticipo, informandosi bene sull’università ospitante, i corsi disponibili e il sistema di valutazione, per evitare sorprese ed è anche utile organizzare la documentazione necessaria con largo anticipo per semplificare il processo. Inoltre, migliorare la lingua prima della partenza aiuta molto a seguire le lezioni e ad ambientarsi più rapidamente.
Infine, consiglio di esplorare la città, scoprire la cultura locale, visitare musei e viaggiare nei dintorni, per vivere appieno questa avventura che può davvero fare la differenza nel proprio percorso formativo e personale.
Quale consiglio daresti a chi sceglie la tua stessa sede di destinazione?
Se qualcuno scegliesse Bruxelles come sede di destinazione, consiglierei di informarsi bene sulla città e sul sistema universitario prima della partenza. Bruxelles è una città multiculturale, ricca di opportunità, ma il clima può essere grigio e piovoso, quindi consiglio di attrezzarsi di conseguenza. Inoltre, il costo della vita può essere elevato, quindi è utile pianificare un budget e cercare alloggio con largo anticipo. Dal punto di vista accademico, suggerisco di familiarizzarsi con il metodo di insegnamento, che potrebbe essere più pratico e interattivo rispetto a quello a cui si è abituati. Infine, consiglio di sfruttare la posizione strategica della città per viaggiare e scoprire altre destinazioni europee.
Quali insegnamenti hai seguito all’estero e quale insegnamento in particolare consiglieresti e perché?
Durante la mia esperienza, ho seguito diversi insegnamenti legati all’ingegneria edile-architettura, con un focus su progettazione parametrica e rigenerazione urbana. Uno dei corsi che consiglierei in particolare è quello di Parametric Design of Transformable Structures, perché offre un approccio innovativo alla progettazione tramite utilizzo del software Grasshopper, strumento molto utile per diversi scopi.