Destinazione mobilità internazionale | Svizzera, Zurigo, ETH Zürich (Politecnico Federale di Zurigo) |
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Durata dell'esperienza | 1 anno |
Anno mobilità | 2022/2023 |
Perché hai scelto di partecipare a un programma di mobilità internazionale?
Con una spiccata passione per i viaggi e abituato al magnifico melting-pot delle residenze universitarie, andare all’estero per una parte degli studi e spezzare i cinque anni di EDA non era solo un’aspirazione, ma anche un bisogno interiore. A lato di questa necessità romantica, le opportunità che il Polo Territoriale di Lecco, i rappresentati degli studenti, il Politecnico di Milano stesso mettono in campo per chi vuole partire sono ineguagliabili. Intraprendere una mobilità internazionale è stata quindi una scelta spontanea, a cui sommando la carriera universitaria e le ottime università partner, non si poteva dir di no.
Come pensi che questa esperienza abbia influenzato il tuo percorso formativo e professionale?
Che l’opportunità di esperienza all’estero abbia influenzato in positivo il mio percorso formativo, professionale e ancor più personale è assolutamente innegabile. Tralasciando il pregio nel curriculum, un biglietto di andata per un’esperienza all’estero si è tramutato al rientro in un bagaglio di esperienze accademiche, professionali e laboratoriali ineguagliabili nel contesto universitario italiano; una lingua in più, il tedesco; persone, volti ed esperienze indelebilmente belle e nuove; nonché capacità trasversali nell’adattamento e superamento delle sfide, nell’organizzazione, rapporto con le persone.
Dal punto di vista professionale, inoltre, sto valutando seriamente di trasferirmi all’estero una volta laureato, forse a Zurigo stesso, per poter intraprendere una carriera stimolante e gratificante, in una città stupenda e in una cultura votata alla bellezza, alla cura e al valore delle cose.
Quali difficoltà hai incontrato legate all’esperienza di mobilità e come le hai superate?
La difficoltà principale, ad essere sincero, è stata trovare casa: non avendo avuto la possibilità di entrare in una residenza universitaria, affrontare un mercato immobiliare saturo è una sfida molto ardua. Dopo un periodo transitorio in un co-living di un hotel, tuttavia, con le amicizie, già nel giro di qualche settimana ho trovato una stanza e dei coinquilini svizzeri magnifici.
Oltre ciò non ci sono state molte altre difficoltà: l’ETH, infatti, propone a tutti gli studenti in mobilità supporto attivo e costante su tutte le tematiche legate alla mobilità: siano aspetti culturali, didattici, linguistici, personal counseling, burocratici o finanziari.
Quale è l’aspetto che hai maggiormente apprezzato della tua esperienza all’estero?
Che dire, la Svizzera è una nazione stupenda: nella società è tutto iper efficiente; l’educazione, il rispetto dell’ambiente e del prossimo sono eccelsi. Uscendo di casa si ha una serenità generale e veramente poche preoccupazioni materiali. In aggiunta si è circondati da contesti naturali e urbani stupendi.
Inutile poi raccontare come l’università e i servizi agli studenti siano straordinari: classi di una decina di studenti, professori estremamente appassionati e gentili, palestre, corsi di lingua e hobby, laboratori, fablab, mense, basti pensarlo perché ci sia, spesso gratuitamente.
Inoltre, in una didattica improntata allo sviluppo di competenze, il tempo libero extra-università per dedicarsi alle proprie passioni è molto, permettendo e incentivando a sviluppare le passioni personali.
Un contesto del genere non può che attrarre persone internazionali estremamente talentuose e motivate, nel lavoro e nella vita. Parlare quindi costantemente in lingue differenti e con modalità di pensiero diverse è estremamente arricchente.
Consiglieresti questa esperienza ad altri studenti? Se sì, che suggerimenti daresti a chi vuole partecipare?
Se consiglio un’esperienza simile, ovvio che sì, anzi, vi esorto!
Nonostante la barriera economica a cui molti si fermerebbero, veramente, ne vale la pena. All’inizio potrà sembrare difficile adattarsi, tra una cultura piuttosto introversa, permessi di soggiorno e ricerca di casa.
Preso avvio con le lezioni e gli amici, però, le opportunità sono incomparabilmente maggiori: cogliete l’occasione ogni weekend per visitare con gli amici o le associazioni gli altri cantoni; approcciate le persone in tutte le lingue possibili, anche se apparentemente chiuse; scegliete corsi di materie di cui siete appassionati; a lezione cercate di capire le cose, fatevi tante domande su quello che studiate e non spaventatevi se agli esami sembra che quello che chiedano non sia mai stato spiegato, sia perché spesso è veramente così, sia perché la valutazione è basata sul ragionamento; fatevi un pass illimitato ai mezzi pubblici e veramente, imparate una nuova lingua.
Quale consiglio daresti a chi sceglie la tua stessa sede di destinazione?
Il Politecnico di Zurigo è estremante efficiente per l’aspetto burocratico, quindi appena arriva la lettera di conferma, anche se mancano ancora dei documenti (che sicuramente arriveranno), mettersi già subito alla ricerca di una casa, che è lo scoglio principale della mobilità.
Durante i weekend, approfittate il più possibile degli eventi delle associazioni studentesche come ESN, ASTAZ e AIV o prendete un treno e visitate gli altri cantoni, magari con i coinquilini o gli amici.
Durante le lezioni andate invece in aula F15, ai più nascosta, ma ricca di studenti con cui studiare assieme e fare amicizie.
Non preoccupatevi agli esami, spesso sembrerà di non sapere nulla, ma è normale: valutano il ragionamento, non le nozioni. Nonostante ciò, un credito EDA è mediamente meno sudato che un credito a ETH.
Ogni giorno, se potete, passate a piedi per i boschi dietro il Campus quanto tornate a casa: è estremamente rigenerante.
Quali insegnamenti hai seguito all’estero e quale insegnamento in particolare consiglieresti e perché?
La mobilità è attiva con la Facoltà di Ingegneria Civile, da cui vanno presi la maggior parte degli esami. Tra i numerosi corsi da 3 o 6 CFU, consiglio per il metodo e il contenuto interessante quelli sulla forma-struttura (Structural Design), sulle strutture in legno e sulle tecniche costruttive innovative. Da fare assolutamente sono anche i corsi sulla sostenibilità (svolti con gli studenti di Architettura) e sulle infrastrutture. Se piace, i corsi sui trasporti sono una versione divertente e pratica della pianificazione urbana.
Per la restante quota di corsi, veramente, sceglietene anche da altre facoltà, anche se per PhD o in soprannumero, sia per completare il piano di studi EDA, sia per approfondire vostre passioni (consiglio TPEES e i corsi per scrivere paper).
Non smetterò poi di ripeterlo, ma anche se in città l’inglese è parlato da tutti, i corsi di tedesco sono un must.