Esperienze lavorative |
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Diploma superiore | Liceo Classico |
Anno di laurea | 2010 |
Tesi di laurea | Svolta nella valle del Cosia |
Erasmus |
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Perché hai scelto di studiare Ingegneria Edile-Architettura?
Convinta che tecnico e umanistico debbano andare a braccetto e si possano stimolare a vicenda, ho trovato la naturale risposta in Ingegneria Edile-Architettura (EDA). Viviamo in un’epoca storica dove le specializzazioni (utilissime), hanno anche bisogno di figure di sintesi che le mettano in dialogo comprendendo le esigenze delle varie parti. Mi sono anche confrontata con qualcuno che stava terminando gli studi e ho potuto constatare come in ciò che veniva prodotto ci fossero concretezza, rispetto del contesto ambientale e sociale, cura e innovazione: tutti ottimi motivi per voler intraprendere il medesimo cammino.
In quale modo ti è stato utile in ambito lavorativo avere competenze sia ingegneristiche che architettoniche?
La mia specializzazione è il Building Information Modeling (BIM), cioè un metodo che mette le informazioni e i dati al centro affinché tutti possano accedervi, implementarli e usarli lungo tutta la vita della costruzione in modo sicuro e coordinato. Devo parlare con tutte le discipline edili, occuparmi di contrattualistica, insegnamento, ricerca e sviluppo, risorse umane e informatica (a volte in lingue diverse, visto che ho lavorato anche all’estero). Insomma… EDA ha mantenuto la promessa, dandomi non solo 5 anni sempre interessanti e utili nei contenuti, ma anche i giusti strumenti per affrontare un settore così vasto potendo scegliere la mia specializzazione consapevole di essere parte di un ecosistema di professionisti in dialogo, e dei quali conoscevo la grammatica di base per poter interagire al meglio.
Quali difficoltà hai incontrato durante i cinque anni di studio e come le hai superate?
La classe è volutamente composta da un numero relativamente ridotto di studenti, permettendo di essere seguiti nei migliori dei modi. Da un punto di vista didattico e umano, dunque, non ho incontrato difficoltà. Faccio presente, però, che essendo un corso che veramente vuole far comprendere sia le logiche dell’ingegneria, sia quelle dell’architettura, richiede una certa concentrazione e dedizione sia nel lavoro singolo, sia in quello di gruppo.
Quale è l’aspetto che hai maggiormente apprezzato del percorso di studio?
Di natura sono molto curiosa, quindi ho apprezzato particolarmente l’avere la possibilità di approfondire temi diversi e scoprire quando siano interconnessi.
Se hai svolto delle esperienze all’estero durante il tuo percorso di studi, in che modo ritieni che queste abbiano arricchito la tua formazione?
Studiare all’estero (soprattutto per diversi mesi), non è solo l’occasione per studiare una lingua e sperimentare modi diversi di vivere l’esperienza universitaria e i contenuti veri e propri della disciplina (che già non è poco); ma è anche un’occasione di crescita umana significativa che mette le basi per passi futuri. Infine, da non trascurare l’elemento relazionale: ci sono amicizie che porto ancora avanti con gioia nonostante siano passati svariati anni!
Ci racconti un progetto a cui hai partecipato in prima persona o come collaboratore in cui hai potuto spendere le tue competenze di Ingegnere Edile-Architetto?
Nella mia vita professionale per lo più mi sono occupata di grandi progetti (grattacieli, interi quartieri, ospedali, …), ma come esempio vi porto una delle prime realizzazioni in assoluto: un ufficio di un centinaio di metri quadri. Ve ne parlo sia per aiutare chi è in dubbio sul percorso di studi, sia per “ringraziare” chi ha avuto fiducia in me nel giorno zero (e invitarvi a scegliere persone che abbiano voglia di valorizzarvi), sia perché questa esperienza per me ha significato un passo importante: da neolaureata ho potuto occuparmi di tutti gli aspetti della progettazione e della realizzazione perché, pur essendo alle primissime armi come professionista, avevo un’idea di come muovermi tra questi temi e non avevo paura di avventurarmi in terreni nuovi, dove avrei dovuto imparare da zero.