Testimonial

Riccardo Rivano

Esperienze lavorative
  • OMA - Junior Architect (New York)
  • OMA - Architectural Assistant (Hong Kong)
  • MVRDV - Assistant Designer (Rotterdam)
Diploma superiore Liceo Scientifico
Anno di laurea 2024
Tesi di laurea "Application of a 3D-printed translucent façade to the new Museu d’Art Digital de Barcelona", relatore: prof. Gabriele Masera, coautrici: Marta Stevenazzi, Silvia Taddei
Premi della laurea
  • “Premio Engeco Monaco 2024” (3° posto)
  • “2024 Architecture MasterPrize” - Student Awards, categoria "Cultural Architecture"
  • Premio "Architetture e Serramenti 2024" (non ritirato per regola della non cumulabilità)
Erasmus
  • TU Delft, Olanda

Perché hai scelto di studiare Ingegneria Edile-Architettura?

Ho scelto di studiare Ingegneria Edile-Architettura perché da una parte mi sentivo portato per lo studio di materie scientifiche, ma allo stesso tempo mi affascinava la libertà creativa del progettare. Non volevo rinunciare né all’una né all’altra possibilità, così ho deciso di scegliere un percorso che tenesse uniti entrambi questi aspetti. E poi, ad essere sinceri, non avevo ancora le idee chiarissime su cosa volessi fare dopo la laurea. Quindi ho preferito scegliere un percorso che mi avrebbe potuto dare la possibilità di esplorare diversi ambiti e che mi avrebbe potuto permettere di intraprendere diverse “strade” in futuro piuttosto che uno troppo specializzato.

In quale modo ti è stato utile in ambito lavorativo avere competenze sia ingegneristiche che architettoniche?

Avere competenze sia ingegneristiche che architettoniche sicuramente permette di interagire e “parlare la stessa lingua” dei diversi professionisti e consulenti con cui ogni giorno mi interfaccio. Avere una solida base in entrambi i settori mi permette di affrontare i progetti con un approccio più critico e consapevole fin dalle fasi iniziali. Come architetto, è utile poter valutare le scelte progettuali non soltanto sotto l’aspetto formale, ma anche sotto il profilo tecnico, anticipando possibili difficoltà pratiche e proponendo efficaci soluzioni. Questo approccio integrato mi offre un vantaggio rispetto a una figura più tradizionale, che tendenzialmente acquisisce una conoscenza più limitata del lato ingegneristico, spesso (e solo in alcuni casi) solo attraverso l’esperienza diretta in un cantiere.

Quali difficoltà hai incontrato durante i cinque anni di studio e come le hai superate?

Durante i cinque anni di università, ci sono stati alcuni esami e momenti complicati. Ma ho imparato che, con la giusta pazienza, tenacia e preparazione, nessun ostacolo universitario è impossibile da superare. Il periodo più difficile, sono stati sicuramente i sei mesi in Olanda, divisi tra un tirocinio all’estero e il tentativo di portare avanti gli studi. Ritmi serrati, giornate lunghissime e la costante sensazione di avere troppe cose da gestire. Non è stato facile, ma è stata una delle migliori scelte che potessi fare. Mi ha insegnato cosa volesse dire lavorare in uno studio internazionale, è stata un’esperienza fantastica e, soprattutto, mi ha aperto la strada verso il lavoro dei miei sogni dopo la laurea. Ripensandoci oggi, consiglierei a chiunque un’esperienza del genere durante gli studi.

Quale è l’aspetto che hai maggiormente apprezzato del percorso di studio?

Ciò che ho maggiormente apprezzato del percorso di studi è stata la solidità della preparazione che mi ha fornito, che ho avuto modo di apprezzare col tempo. Inoltre, il numero ridotto di studenti ha favorito un rapporto più diretto e personale con i docenti, con alcuni dei quali è nato un bel legame, tanto da diventare degli importanti punti di riferimento nella mia crescita. Un altro aspetto positivo del percorso di studio sono le eccellenti opportunità di internazionalizzazione, che nel mio caso mi hanno permesso di aprire porte che altrimenti sarebbero rimaste chiuse, rendendo il percorso ancora più ricco e interessante.

Se hai svolto delle esperienze all’estero durante il tuo percorso di studi, in che modo ritieni che queste abbiano arricchito la tua formazione?

Durante il mio percorso di studi, ho avuto l’opportunità di vivere un anno in Olanda per un’esperienza Erasmus e un tirocinio, oltre a svolgere la tesi a Zurigo. Queste esperienze mi hanno permesso di confrontarmi con alcune delle realtà più all’avanguardia e stimolanti al mondo. Ho vissuto esperienze uniche che mi hanno arricchito, non solo a livello accademico, ma soprattutto personale. Ho incontrato persone straordinarie, con cui ho instaurato amicizie che durano tuttora. Consiglierei sicuramente a chiunque (e senza nessun dubbio) di farlo.

Ci racconti un progetto a cui hai partecipato in prima persona o come collaboratore in cui hai potuto spendere le tue competenze di Ingegnere Edile-Architetto?

Circa tre mesi dopo la laurea, mi sono ritrovato catapultato dall’altra parte del mondo, a Hong Kong, a lavorare per OMA su un progetto straordinario: Zardun, un masterplan di 4 km² che comprende tre boutique hotel da 100 camere in totale e una serie di altre strutture. Fin dal primo momento, sono stato incaricato dello sviluppo di uno dei tre hotel, un incarico che mi ha permesso di mettere in pratica tutte le competenze acquisite durante il mio percorso di studi. Ho avuto l’opportunità di collaborare con una squadra internazionale di consulenti, tra cui ingegneri strutturali, renderisti e hotel operators, affrontando sfide progettuali e culturali uniche. Ho anche contribuito alla progettazione di altri tre assets all’interno del masterplan, un’esperienza che mi ha permesso di vedere come l’integrazione di diverse competenze possa portare a risultati innovativi e di grande impatto.

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